TURISMO E MICROCREDITO: UN BINOMIO VINCENTE E RESILIENTE
TURISMO E MICROCREDITO: UN BINOMIO VINCENTE E RESILIENTE
Di Mario Baccini - Presidente ENM
Fare sistema include settori della mobilità, ricettività, ristorazione, enogastronomia, balneazione, agroalimentare, culturale e della distribuzione. In un mercato globale sempre più aperto e aggressivo occorre individuare una strategia globale di valorizzazione e sviluppo del settore turistico per un’accelerazione del sistema economico che conti da un lato sulla valorizzazione delle risorse del territorio e dall’altro sull’innovazione, sulle imprese creative e culturali e sulla massimizzazione dell’occupazione di personale in loco con una logica di attività che io amo chiamare a km utile. Inoltre una politica imprenditoriale deve comunque improntare le proprie attività alla destagionalizzazione, ossia puntare a una massimizzazione costante dei profitti che preveda che l’azienda ‘turistica’, il B&B e anche lo stesso stabilimento balneare o l’impianto sciistico possano operare 365 giorni all’anno diversificando l’offerta per la clientela e orientandola, appunto, secondo le nuove tendenze di personalizzazione che soddisfano le nuove necessità di wellness, sport ed enogastronomia.
Un’altra chance che il nostro made in Italy offre è la possibilità di internazionalizzazione delle aziende con una vasta possibilità di intraprendere forti iniziative di penetrazione del prodotto italiano con riferimento anche ai grandi mercati intercontinentali (es. Cina, India, Giappone, Africa). Esistono programmi governativi che supportano le imprese attraverso il MAeci e il Ministero del Made in Italy, ma da queste grandi attività, oggi non sono escluse neppure le piccole e medie imprese che con i loro prodotti ‘di nicchia’, attraverso un buon uso dei nuovi media e della digitalizzazione di impresa riescono a rosicchiare una piccola (ma importante) fetta di questi nuovi mercati. Il turismo è stato considerato, da una miope e purtroppo diffusa visione economica, quale attività residuale, quasi folkloristica, una sorta di “cenerentola” delle attività produttive invece è un volano primario per l’Intero Sistema Paese. Tra gli obiettivi da poter raggiungere, anche attraverso una rete integrata di piccole e micro aziende sul territorio c’è quindi, la destagionalizzazione del turismo, l’integrazione dell’offerta turistica con il patrimonio culturale e naturale facendo leva sulle opportunità che la programmazione degli interventi e le politiche di sviluppo coordinate fra enti pubblici e privati dell’area possono sostenere, insieme alle attività programmate già dai fondi PNRR. Proporre “turismo su misura” tutto l’anno e a tanti tipi di pubblico, offrendo qualcosa in più afferma un nuovo modello di turismo di qualità per attrarre significativi flussi turistici nazionali e internazionali su base destagionalizzata per creare nuova occupazione e una rete di imprese competitive al fine di incrementare il prodotto interno lordo delle aree interessate.
La stagione che si sta aprendo davanti a noi ci propone grandi prospettive: secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika, saranno oltre 442 milioni le presenze con una crescita del 12,2% rispetto al 2022 ma soprattutto costituendo il valore più alto di sempre. Anche i bilanci previsionali dell’ISTAT seguono la stessa tendenza enfatizzando come la vulnerabilità mostrata dal settore turistico durante l’emergenza sanitaria, così come la sua capacità di reazione, hanno confermato l’urgenza ma anche la possibilità di promuovere uno sviluppo maggiormente sostenibile, equilibrato e diversificato della domanda e dell’offerta, risolvendo quei fenomeni di overtourism che espongono alcuni territori a un’insostenibile pressione fisica, sociale e ambientale, nei periodi di congiuntura positiva, e a rischi di crash dell’economia locale a fronte di crisi non sempre prevedibili e gestibili. Gli interventi per lo sviluppo strategico del turismo dovrebbero quindi saper calibrare in modo equilibrato le iniziative volte a sostenere i segmenti più tradizionali che rischiano di essere penalizzati dai nuovi comportamenti turistici (le grandi città, le località balneari, ecc.) e allo stesso tempo rendere sempre più attrattivi e competitivi i segmenti emergenti (i piccoli centri, le realtà culturali “minori”, i borghi), più resilienti ai futuri potenziali shock del mercato.
Dunque è giunto il momento di attingere a questo pozzo petrolifero rimboccandosi le maniche e creando imprese nuove, possibilmente di giovani che sappiano accogliere queste richieste e ottimizzare un percorso di rilancio del turismo in tutta la Penisola. L’Ente Nazionale per il Microcredito sostiene l’avvio di imprese che sappiano offrire prodotti e servizi di qualità, che sappiano essere resilienti, che sappiano innovare mantenendo forti legami con la tradizione, con il territorio e anche con le attività artigianali, un esempio calzante potrebbe essere il turismo delle radici: i giovani che hanno imparato, che si sono formati attraverso scuole e accademie sono sempre più propensi a tornare nella loro terra d’origine per poter promuovere aziende locali, perché il patrimonio culturale economico, artistico e della tradizione di arti e mestieri dell’Italia nella sua interezza è ricchissimo e non è altro che una opportunità di fare impresa nel futuro e nel rispetto della tradizione.

