ROBERTO TANGANELLI
Sono Roberto Tanganelli, sono iscritto all’Ordine dei dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Perugia, esercito la professione di commercialista dal Febbraio 97 e sono al contempo Revisore dei Conti.
Svolgo quindi questo tipo di professione sia per le società che per gli enti locali e ho scelto di diventare tutor dell’Ente Nazionale per il Microcredito essenzialmente per dare un servizio aggiuntivo rispetto ai classici ambiti professionali in cui opera il commercialista, ma al tempo stesso anche per essere di supporto al fianco e sostenere coloro che magari hanno più difficoltà ad accedere al credito in maniera tradizionale.
Come si svolge il suo lavoro di tutor, quali sono gli step che segue per aiutare i beneficiari a ottenere il microcredito?
Generalmente sono due le vie che utilizzo: la prima è quella tradizionale, nel senso che nel momento in cui sono incaricato dal Microcredito di seguire una pratica, contatto il cliente per definire un incontro e quindi spiegare in maniera puntuale, rispetto anche alle informazioni che ha già avuto modo di prendere sia con la banca che col canale tradizionale come ad esmpio il sito web, quindi di conseguenza fare i vari step successivi per guidarlo nell’arrivare a percepire il finanziamento necessario per aprire o per gli investimenti che deve fare.
Il secondo canale è quello dell’essere semplicemente a disposizione perché qualche imprenditore o futuro imprenditore ha sentito parlare di questo Ente, ha visto nell’elenco dei tutor la mia persona, quindi mi ricontatta a prescindere dall’apertura della pratica: questa è una mia disponibilità a prescindere dall’apertura pratica anche, in qualche modo, per fare un tipo di scrematura iniziale, in modo tale che anche la banca o l’ENM si trovi davanti a persone che già sanno di quello che parlano e quindi capiscono se andare avanti.
Questo comporta una sorta di “rischio” perché non sempre la mia disponibilità si traduce in lavoro, ma questo è il mio modo di operare, a prescindere dal microcredito.
Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con il microcredito?
Una cosa importante è l’idea da cui si parte. Ho avuto modo di rapportarmi molto con il mondo giovanile, quindi i ragazzi che hanno un’idea imprenditoriale alla quale però va dato seguito, vanno date le gambe e i supporti a livello economico per iniziare.
È importante tradurre quella che sicuramente un’ottima idea, in un qualcosa che è sostenibile e per cui la banca è disponibile a investire ed erogare il credito.
Al tempo stesso gli imprenditori devono avere l’idea chiara che i finanziamenti devono essere restituiti in maniera puntuale e quindi dare loro anche una cultura di responsabilità. Il fatto che ci sia lo Stato che garantisce loro per l’80% non vuol dire che si può avere un’amministrazione o una gestione scellerata, anzi per essere imprenditore la prima cosa è avere queste basi.
Oltre all’idea va dato un seguito proprio a livello finanziario di sostenibilità dell’idea proprio sotto l’aspetto economico e finanziario.
Quali sono invece i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro di tutor?
Più che successi io le chiamerei soddisfazioni umane, nel senso di essere consapevoli di avere aiutato qualcuno, che magari non si conosce, che si incontra per la prima volta, di cui non conosci la realtà, a trasformare la sua idea, concretizzabile anche sotto l’aspetto economico, quindi realizzare il proprio sogno.
Ci sono aziende che ho supportato con il microcredito e che attualmente stanno lavorando tranquillamente perché poi annualmente facciamo una sorta di verifica dello stato dell’investimento e quindi vedo che, nonostante il periodo di pandemia che abbiamo attraversato, stanno andando avanti senza troppi problemi.
Quindi la soddisfazione è più umana!
C’è un’azienda più interessante che ha seguito come tutor?
Si è la società di una ragazza che aveva l’idea di commercializzare, tramite le importazioni, caffè di alto livello.
La società si è concretizzata e sta andando bene: questa ragazza sta svolgendo una serie di servizi per far conoscere la sua società e si è anche allargata producendo un liquore, sempre a base di caffè.
Quali sono le sfide che deve affrontare quando si lavora con beneficiari di diverse culture e differenti background?
Ho avuto modo di confrontarmi con dei ragazzi di cultura medio-alta, provenienti da altri Paesi, persone non sprovvedute, ma con differenti modi di ragionare: ad esempio, la nostra burocrazia è diversa, qui ci sono norme più stringenti. Quindi è già una sfida far capire loro che un’idea che nel loro Paese può facilmente essere realizzata, qui ha più vincoli burocratici ma ciò non vuol dire che non possa essere realizzata.
Tre parole per definire il tutor?
La parola tutor deriva dal latino e significava “difendere” e “proteggere”, poi è stata ripresa nel XX secolo come parola inglese che sta a significare “insegnare, collaborare, assistere”: già questi potrebbero descrivere l’obiettivo del microcredito.
In tre parole potremmo dire che il tutor è una persona professionale, competente e disponibile.


