MASSIMO LA GAMBA
Mi chiamo Massimo La Gamba, sono un commercialista e opero in Calabria. Sono specializzato in finanza agevolata alle imprese, creazione di impresa, startup aziendale e lo faccio utilizzando soprattutto i fondi di investimento Europei.
Opero in Calabria da ormai oltre 25 anni e ho scelto di diventare tutor del microcredito perché questa attività andava a complementare e si intersecava con quella che già conduco come libero professionista.
Quali sono gli step che ha seguito per diventare tutor?
Ho seguito la formazione che l’Ente Nazionale per il Microcredito ci ha proposto, ho seguito gli iter formativi e a conclusione degli stessi ho sostenuto degli esami per poter essere inserito nella lista dei tutor dell’ENM.
Come si svolge il suo lavoro da tutor, quali sono gli step che segue per aiutare i beneficiari?
Distinguerei 2 fasi: una che attiene alle aziende già esistenti, già operative e l’altra che afferisce a quelle imprese che stanno per nascere.
Per quanto riguarda la prima situazione, una volta avuta la richiesta, bisogna conoscere l’impresa, analizzarla e questo lo si fa attraverso un check-up aziendale.
Il check-up aziendale è uno strumento efficace di autovalutazione che consente al tutor di conoscere a più livelli l’azienda, questo poi ci permette di intervenire per migliorare la performance dell’azienda stessa e ci consente di orientare le strategie nella direzione più adeguata e congeniale.
Quando invece ci troviamo di fronte a una startup, a un’azienda che sta per nascere, utilizziamo un’altra metodologia: analizziamo tutti gli aspetti, cerchiamo di conoscere il soggetto proponente per capire quali competenze ha, analizziamo il progetto di impresa, i servizi che vuole realizzare, studiamo il mercato di riferimento, il ciclo produttivo e facciamo un’analisi finanziaria, un’analisi di tipo economico sul costo dell’azione e il ricavo. Costruiamo insieme un business plan e questo ci serve per verificare la sostenibilità economico-finanziaria del progetto.
Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con il microcredito?
Senza dubbio la validità dell’idea, e deve esserci di base la forte motivazione dell’imprenditore o del soggetto che sta per intraprendere l’attività.
Quali sono i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro di tutor con i beneficiari del microcredito?
Provo grande soddisfazione nel momento in cui riesco a migliorare la performance di un’azienda, ad aumentarne il fatturato, nel caso di startup, quando i giovani, riescono ad autodeterminare il loro stato di occupazione, a creare quindi un sistema economico.
C’è un’azienda più interessante che ha seguito come tutor? Una che ha avuto particolarmente successo?
Si è un’azienda che ha come obiettivo creare profilati in alluminio da utilizzare con il cartongesso all’interno delle applicazioni e questa è un’attività unica nel territorio vibonese, con un grande sbocco di mercato.
A distanza di 12 mesi ha realizzato i suoi obiettivi finanziari ipotizzati nella fase di pianificazione e proprio in questi giorni mi trovo coinvolto dall’imprenditore alla ricerca di finanziamenti per implementare l’azienda, per acquistare altri macchinari per ampliare il processo produttivo in quanto la richiesta è crescente.
Quali sono le sfide da affrontare quando si lavora con dei beneficiari che vengono da diverse culture e da background differenti?
Bisogna saper ascoltare, analizzare le situazioni e spesso anche interpretarle. È necessario informarsi e documentarsi adeguatamente perché ci si confronta con idee differenti ogni volta, soprattutto con soggetti diversi, con atteggiamento, cultura e informazioni differenti. Bisogna comunque riuscire a intersecarsi per poter offrire una consulenza sempre utile e adeguata agli standard qualitativi, volti poi a determinare il successo del progetto.
Tre parole per definire il tutor?
Ci deve essere competenza, deve essere dinamico, in quanto deve sapersi muovere sui territori e deve riuscire a relazionarsi bene fra impresa e l’istituto finanziario convenzionato che eroga il finanziamento e infine deve avere una buona propensione all’ascolto ed essere responsabile.


