ANTONIO LANNA
Sono Antonio Lanna, dottore commercialista e revisore contabile con studio a Formia e a Cassino. Ho un tipo di background tradizionale, ho conseguito una laurea in economia e commercio e da lì ho sempre fatto il libero professionista. Sono circa dieci anni che collaboro con l’Ente Nazionale per il Microcredito e i motivi sono abbastanza semplici: avendo sempre avuto parecchi clienti con il problema di trovare un aiuto finanziario per partire con un’attività, unire le forze con l’ENM per dare ai clienti una mano concreta nel momento in cui volessero partire con una nuova attività economica è stata per me la scelta migliore.
Come si svolge il suo lavoro di tutor, quali sono gli step che segue e in che modo aiuta i beneficiari a capire il processo di richiesta di microcredito?
Non c’è uno schema predefinito, ritengo che il tutor sia una sorta di confidente, ma anche un consulente e un aiutante. Per cui spesso e volentieri nascono delle idee valide da parte dell’imprenditore e il percorso che si crea è di volta in volta diverso. Sostanzialmente è sempre un affiancamento nella verifica dell’effettiva economicità dell’operazione che si vuole mettere in piedi. Di conseguenza tutti i clienti trovano un appoggio valido in un professionista che in qualche modo riesce ad aiutarli e instradarli verso percorsi in cui loro non sono molto preparati.
Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con il microcredito?
Ogni progetto è in piedi se esiste una sostenibilità economica e finanziaria, indipendentemente dal microcredito. Ritengo che il microcredito aiuti, come dire, l’avvio della macchina economica, ma poi l’azienda o comunque l’idea deve essere un’idea redditiva, deve essere valida. Quindi ecco il fattore è fondamentalmente relativo al progetto stesso, che deve essere sostenibile, deve essere redditivo e deve essere in qualche modo finanziariamente ed economicamente conveniente.
Quali sono i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro con i beneficiari del microcredito?
Quelli di cui vado più fiero sono due aziende di cui non posso fare i nomi per evidenti motivi di privacy. La prima è riuscita a ingrandirsi a tal punto da diventare una società di riferimento nel suo ambito; la seconda ,nonostante l’innovatività del progetto, è riuscita a stare in piedi e a superare indenne il periodo del COVID. Quindi in definitiva il più grande successo ottenuto nel mio lavoro è stato quello di riuscire a creare aziende molto forti dal punto di vista finanziario.
Qual è l’azienda più interessante che ha seguito come tutor? E quale ha avuto più successo?
Sicuramente le due aziende di cui ho parlato nella domanda precedente.
Quali sono le sfide, invece, da affrontare quando si lavora con beneficiari di diverse culture e differenti background?
Il problema è che chiunque si approcci a una nuova impresa o decida di fare impresa, purtroppo o per fortuna non ha una formazione di carattere economico, quindi già il fatto che si riesca a far ragionare un ipotetico e futuro imprenditore in termini di costi e ricavi è un grande risultato, perché significa prendere coscienza dell’effettiva sostenibilità del progetto. Mi è capitato spesso di concludere con analisi negative e quindi sconsigliare l’avvio di un progetto, così come mi sono capitate modifiche anche importanti del progetto stesso perché così come era stato ideato dal cliente non avrebbe funzionato. La difficoltà è che chiaramente l’interlocutore dall’altra parte non sempre è preparato ad accogliere notizie di questo genere, di conseguenza potrebbe essere poco recettivo.
Mi sono capitate le attività più disparate, dal fruttivendolo, al parrucchiere, all’azienda di carattere industriale. È chiaro, quindi, che a seconda dell’interlocutore dobbiamo regolarci di conseguenza.
3 parole per definire il tutor?
Professionalità, competenza e affidabilità.


