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PIETRO LUIGI LANZONE

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    Mercoledì, 03 Gennaio 2024
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    Interviste tutor | Editoriali 49 Speciale

Mi chiamo Pietro Luigi Lanzone, sono la terza generazione di imprenditori nel campo tessile, sono il Presidente di un Confidi 107, per 6 anni ho ricoperto il ruolo di Vice Presidente di Confapi Calabria e Presidente della filiera tessile di Confapi Calabria., con il ruolo di consigliere nella Giunta nazionale del tessile di Confapi. Sono tutor dell’Ente Nazionale per il Microcredito da circa 6 anni e da circa tre Amministratore di M.C.C. Finanziamenti S.r.l.s. Ho scelto di iniziare questa esperienza, come Tutor dell’E.N.M, pensando di poter supportare e aiutare l’accesso al credito per quelle aziende del territorio con idee imprenditoriali valide lavorando consigliando e presentando pratiche di Microcredito.

Come si svolge il suo lavoro di tutor, quali sono gli step che segue e in che modo aiuta i beneficiari a capire il processo di richiesta di microcredito?

A seguito di un contatto conoscitivo con l’imprenditore, discuto con lui l’idea imprenditoriale della costituenda società, analizzando tutte le possibili difficoltà sia a livello economico che di realizzazione. Se sussistono i presupposti per avviare un progetto imprenditoriale inizio con il richiedente un percorso di realizzazione del progetto con preventivi, costi e ricavi che termina con un Business Plan il più preciso possibile, per dare un’idea economica del progetto.

Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziario con il microcredito?

Una analisi il più possibile veritiera e reale che possa far comprendere al richiedente quali possono essere le prospettive future e le difficoltà che potrebbe avere la sua iniziativa, con la realizzazione di un Business Plan che tenga conto del territorio dove si vuole realizzare, e che, sebbene previsionale sia più reale possibile.

Quali sono i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro con i beneficiari del microcredito?

Trasmettere un’idea imprenditoriale al progetto e pertanto rendere consapevole il richiedente del ruolo e delle responsabilità dell’imprenditore, indipendentemente dal progetto presentato.

Qual è l’azienda più interessante che ha seguito come tutor? E quale ha avuto più successo?

Uno dei progetti portati a termine e che hanno avuto un significativo risvolto nella vita dell’attività stessa, è stato quello, di una piccolissima pizzeria al taglio, che viste le capacità della moglie come pasticcera, ha cambiato locale realizzando un bellissimo laboratorio di pasticceria e nello stesso tempo ampliando la pizzeria al taglio, con la

possibilità di poter consumare sia il salato che il dolce all’interno del locale o nel dehors. È stata sicuramente un azzardo come idea, pensare di condividere due realtà commerciali diametralmente opposte ma l’imprenditrice è riuscita nel migliore dei modi a realizzare la sua attuale idea imprenditoriale.

Quali sono le sfide, invece, da affrontare quando si lavora con beneficiari di diverse culture e differenti background?

Per quanto riguarda questo territorio è la difficoltà nel riuscire a far comprendere che il Microcredito è uno strumento che aiuta il richiedente all’accesso al credito, ma che se non sussiste un’idea imprenditoriale valida è soltanto un debito che il richiedente dovrà restituire.

3 parole per definire il tutor?

Esperienza – Professionalità - Sincerità

C’è un modo (e Lei lo applica) per monitorare e valutare l’impatto sociale ed economico dei prestiti concessi?

Personalmente, non credo ci sia un modus operandi per monitorare le iniziative, da un punto di vista sociale ed economico si possono analizzare quelle iniziative che grazie al Microcredito riescono sia direttamente che indirettamente ad avere una ricaduta occupazionale.

Quali sono i principali settori merceologici per gli investimenti di microcredito?

Il 90% delle richieste presentate si riferisce ad attività commerciali. Con un numero sproporzionato di pizzerie al taglio e bar

Che tipo di follow-up viene fatto con i beneficiari dopo che hanno ricevuto il microcredito?

Il monitoraggio, annuale, come richiesto dall’Ente, con la raccolta documentale e la relazione economica e dell’attività imprenditoriale, è la fase meno relazionale di tutto il progetto. Con il richiedente si instaura un rapporto di fiducia e “amicizia” che lo coinvolge per tutto il prosieguo della sua iniziativa, e anche oltre, manifestando dubbi o richiedendo consigli per come rapportarsi con problemi economici o di crescita della sua iniziativa.

Come affrontare il tasso di insolvenza o i ritardi nei pagamenti da parte dei beneficiari di microcredito?

Penso, sia possibile limitare queste problematiche con un’analisi reale e veritiera da parte del Tutor. Devono sussistere competenze già acquisite e vere, evitando di creare aziende solo ed esclusivamente per il credo e la faciloneria del richiedente.

Da tutor esperto, quali suggerimenti o consigli ha per coloro che stanno considerando l’opportunità di richiedere un microcredito?

Valutare attentamente l’idea Imprenditoriale sotto tutti i punti di vista. Economici, di realizzazione, di richiesta del mercato, del possibile indebitamento, e dei possibili competitor sul territorio.

Per la sua esperienza, qual è la durata media di un microcredito?

Attualmente supera abbondantemente gli 80 mesi dal momento della presentazione.

A suo avviso come il microcredito può contribuire a migliorare la vita delle persone e lo sviluppo economico delle comunità?

Solo ed esclusivamente se il progetto presentato è realmente un progetto con obbiettivi economici imprenditoriali veri e realizzabili.

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