SANTA PAVIGLIANITI
Mi chiamo Santa Paviglianiti, sono di Roma e ho 62 anni. La mia esperienza professionale si è svolta quasi completamente in banca, quindi il mio è un percorso bancario e ho seguito gli step tipici, ovvero consulenza ai privati e alle imprese.
Questo è ciò su cui mi sono focalizzata: molto spesso mi capitavano imprese neocostituite o imprenditori che magari conoscevo da privati che volevano avviare l’impresa, ma effettivamente la banca non ha il prodotto specifico e quindi queste cosiddette startup sono in qualche modo liquidate o portate a prendere qualcos’altro. Mi sono documentata, ho sentito parlare del microcredito e ho letto sul sito dell’Ente la mission che non è solo quella di accedere a un finanziamento (che peraltro non è cosa da poco), ma si parla anche di un coinvolgimento, un’assistenza all’aspirante imprenditore, insomma una cosa che coinvolge e non ultimo il risvolto sociale perché l’avvio di una nuova impresa dà lavoro a persone che non lo trovano più.
Così ho partecipato al corso tenuto dall’Ente e dal 2018 sono iscritta all’Albo dei tutor.
Quali sono gli step che segue per aiutare i beneficiari a ottenere e a capire lo strumento del microcredito?
Il mio comincia in genere con una segnalazione da parte non solo di professionisti con cui collaboro, ma anche da un passaparola di qualcuno che mi conosce e quindi mi apprezza.
Faccio poi un primo incontro per conoscere l’imprenditore, capire qual è il suo progetto di impresa e ponendo molta attenzione perché spesso ci sono tanti sogni, però non tutti sono realizzabili.
Ho trovato nei giovani molte idee innovative e brillanti, ci vuole molto entusiasmo per intraprendere questa attività e quindi mi focalizzo su quello, cerco di ascoltare soprattutto l’imprenditore e poi dò consigli sulla gestione finanziaria, per cercare di vedere se ci può essere una gestione equilibrata dell’impresa, in modo che possa durare nel tempo perché questa è la cosa più importante visto che accedono a un finanziamento.
Il secondo step in genere consiste nell’accompagnare l’imprenditore in banca perché quella è la parte che l’imprenditore vive con più ansia: se sono giovani non hanno esperienza e se sono più grandi magari hanno esperienze a volte non troppo positive; quindi, li accompagno e li presento.
Dopo aver presentato la domanda organizzo un altro incontro per predisporre il business plan, la relazione diciamo e il necessario.
Secondo Lei quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con il microcredito?
Sicuramente la motivazione dell’imprenditore e la coscienza che avviare un’impresa è impegnativo, che nei primi anni soprattutto bisogna rimboccarsi le maniche.
Poi cerco sempre di far capire al futuro imprenditore che l’accesso al finanziamento è un impegno finanziario che va portato a termine e quindi anche la scelta dell’importo, della modalità è importante.
Quali sono invece i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro da tutor?
È un successo quando queste persone riescono ad aprire la loro attività, vedere l’entusiasmo che c’è dietro, quando mi contattano per invitarmi all’inaugurazione e mi coinvolgono nei loro successi.
Ho seguito alcune pratiche di due ragazzi, studenti extracomunitari che sono riusciti ad aprire l’impresa, il mio e il loro successo è stato anche trasmettere alla banca la loro forza per raggiungere il loro traguardo.
Poi c’è il caso di un imprenditore che con il covid si è trovato senza lavoro, ha avviato la sua attività con buoni risultati e adesso mi ha ricontattato per il secondo microcredito per poter aprire un’altra sede!
C’è un’azienda più interessante che ha seguito o un’azienda che ha avuto più successo?
Due ragazzi, fratello e sorella, che hanno rilevato l’azienda storica di famiglia e l’anno scorso l’hanno battezzata a Roma come bottega storica, quindi sono riusciti, partendo dal nonno e dai genitori, a continuare questa attività di famiglia con buoni risultati perché sono già un paio d’anni che abbiamo fatto tutto questo e, attraverso i bilanci che presentano, effettivamente si tratta di un’azienda che ha avuto successo!
Al contrario, quali sono le sfide che deve affrontare quando si trova a lavorare con persone che hanno background e culture molto diversi?
Sicuramente il fatto di far capire all’imprenditore quali sono le valutazioni di una banca per l’erogazione del credito perché diciamo non è scontato che in altri Paesi ci siano le stesse logiche, quindi questa è la parte più importante!
Io sono contenta di entrare in contatto con culture differenti: adesso sto per seguire una ragazza di nazionalità rumena, ciò mi arricchisce anche per il futuro.
Tre parole per definire il tutor?
La competenza perché per parlare con un imprenditore bisogna conoscere il proprio lavoro, la pazienza perché a volte ce ne vuole parecchia e la serietà perché quella è un biglietto da visita anche per le altre possibilità.
