CLEMENTE NAPOLI
Sono Clemente Napoli, dottore commercialista e revisore contabile da oltre 30 anni in Cosenza, con una parentesi di 2 anni come dirigente nella PA (direttore generale della camera di commercio di Cosenza).
Ho deciso di divenire tutor di ENM per aiutare le giovani imprese del territorio, i cui progetti sono meritevoli, a reperire i mezzi finanziari necessari. La scelta è stata favorita dalla esperienza di lavoro maturata e maturande nell’ambito della finanza ordinaria, anche garantita da MCC.
Come si svolge il suo lavoro di tutor, quali sono gli step che segue e in che modo aiuta i beneficiari a capire il processo di richiesta di microcredito?
L’attività di tutor la svolgo mediante una rete di professionisti “originator” a me vicini, tanto in Calabria che fuori Regione, con i quali collaboro e/o svolgo attività in società. La fiducia acquisita in questi 5 anni di attività, da parte di BCC Mediocrati e di BPER (Cosenza e provincia), favorisce anche la canalizzazione, da parte loro, di clientela presso il sottoscritto.
Gli step sono quelli previsti dalla convenzione con ENM:
incontrare il cliente in filiale, illustrare le caratteristiche del prodotto; supportarlo nella predisposizione del modello. Una volta avuto formale incarico da ENM, convocarlo con apposita richiesta dei documenti necessari; incontro presso la sede dell’attività con riassunto di caratteristiche e costi del microcredito, funzione del tutor e successivi monitoraggi annuali. In questi diversi step, grazie anche alle domande di cui alla scheda intervista, il giovane imprenditore è messo nelle condizioni di comprendere il processo di richiesta di microcredito per strutturare al meglio il progetto imprenditoriale da finanziare.
Quali sono i fattori che determinano il successo di un progetto finanziato con il microcredito?
La possibilità di rendicontare beni strumentali, anche usati e iva inclusa, spese di gestione, iva inclusa, e di poter godere della garanzia statale. Non di poco conto, poi, la possibilità di cumulo con eventuali altri strumenti agevolati.
L’assistenza del tutor è apprezzata in fase di predisposizione del modello 2 e di supporto nella predisposizione, da parte loro, della modulistica MCC. Molto meno apprezzata è l’attività di monitoraggio annuale.
Quali sono i successi più significativi che ha visto nel suo lavoro con i beneficiari del microcredito?
Il fatto che la giovane impresa resti sul mercato e, quindi, non cessi a breve l’attività è, per me, un successo significativo.
Il fatto, poi, che si consolidi nel mercato di riferimento e/o si ampli in imprese complementari, è motivo di ulteriore maggiore gratificazione.
Qual è l’azienda più interessante che ha seguito come tutor? E quale ha avuto più successo?
La più interessante è stata una piccola azienda agricola che ha implementato un progetto di attività produttiva di birra agricola.
Diverse imprese da me assistite hanno avuto successo, incluso, la precedente, ma quella che si è maggiormente affermata è stata un’impresa di commercio di materiali e attrezzature per l’agricoltura.
Quali sono le sfide, invece, da affrontare quando si lavora con beneficiari di diverse culture e differenti background?
Far capire che la banca e, nella fattispecie, anche lo Stato, investono sulla giovane impresa e che, quindi, lo strumento, anche se complesso e oneroso, è idoneo allo sviluppo della loro nuova idea imprenditoriale
3 parole per definire il tutor?
Professionale, Tecnico, Umano.
C’è un modo (e Lei lo applica) per monitorare e valutare l’impatto sociale ed economico dei prestiti concessi?
Far parte di una STP nazionale, con ragione sociale di SB, insieme alla recente formazione in materia di sostenibilità, mi spinge sempre più a divulgare il verbo degli ESG.
Pur trattandosi di piccole idee imprenditoriali, faccio in modo di far comprendere e, quindi, attuare, le linee strategiche che siano sostenibili economicamente nel lungo termine.
Quali sono i principali settori merceologici per gli investimenti di microcredito?
I settori possono essere svariati ma gli importi erogabili, ancora fermi a 40+10, circoscrivono l’interesse a micro-attività, spesso new Co di giovani che rilevano attività commerciali dove hanno lavorato come dipendenti per anni.
Che tipo di follow-up viene fatto con i beneficiari dopo che hanno ricevuto il microcredito?
In alcuni casi, quelli localizzati in zona, vengono organizzate visite in sede non programmate ne formalizzate.
In altri (pochi) casi, il giovane richiede supporto per superare qualche difficoltà iniziale.
Come affrontare il tasso di insolvenza o i ritardi nei pagamenti da parte dei beneficiari di microcredito?
La selezione delle iniziative e, soprattutto, dell’imprenditore interessato resta fondamentale. Altrettanto importante è far comprendere al beneficiario che alla prima difficoltà non va buttato all’aria tutto.
Per i ritardi e le insolvenze, si potrebbe attenzionare meglio, da parte delle banche (noi lo facciamo ma siamo ovviamente meno autorevoli), quelli che sono gli aspetti negativi di un rapporto bancario non lineare.
Da tutor esperto, quali suggerimenti o consigli ha per coloro che stanno considerando l’opportunità di richiedere un microcredito?
Consiglierei:
- di valutare bene l’idea imprenditoriale;
- di avere mezzi finanziari propri per poter, comunque, realizzare il progetto anche senza il sostegno del microcredito;
- di verificare se hanno chi garantisce la parte non coperta da MCC;
- di analizzare l’eventuale cumulo con altri strumenti agevolativi.
Per la sua esperienza, qual è la durata media di un microcredito?
48-60 mesi con un preammortamento di 3 mesi
A suo avviso come il microcredito può contribuire a migliorare la vita delle persone e lo sviluppo economico delle comunità?
Con un intervento statale che consente l’azzeramento (o comunque un significativo abbattimento) dei tassi di interesse bancari, almeno per i primi 24-36 mesi.