Microcredito di Libertà percorso di rinascita e dignità per l’emancipazione economica delle donne che hanno subito violenza

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Marco Paoluzi

Responsabile dell’Area Credito dell’ENM e coordinatore del Progetto Microcredito di Libertà

Quando sentiamo parlare di violenza sulle donne anzitutto pensiamo a quella fisica, che troppo spesso ci colpisce dalle cronache, ma il fenomeno è più ampio, sfaccettato e interconnesso. Secondo i dati Istat, 15.837 donne si sono rivolte a un centro antiviolenza nel 2020, iniziando un percorso per poter uscire da una situazione in cui subivano violenze di vario tipo, principalmente psicologica (89,3%), fisica (66,9%), minacce (49,0%), violenza sessuale (21,7%, di cui stupro 9,0%). In alcuni casi, le donne risultavano vittime di molteplici abusi: il 16,3% ne ha subito uno, il 10,5% due, il 20,1% tre, il 26,3% quattro, il 26,8% cinque o più.

C’è però un filo conduttore che si intravede nello sfondo. Meno evidente, maggiormente tollerato socialmente e culturalmente e quindi più subdolo. Un filo che in alcuni casi diventa una catena, un laccio al collo delle vittime che lo subiscono e che le costringe, loro malgrado, a subire altri abusi. Meno noto, meno evidente ma non per questo meno diffuso, si tratta della violenza economica.

La violenza economica racchiude una serie di atteggiamenti di controllo e monitoraggio nei confronti di una persona, limitandone la libertà sotto la costante minaccia di vedersi negate le risorse finanziarie, la possibilità di avere un lavoro, un’entrata finanziaria personale e di poterne usufruire secondo le proprie volontà. Di conseguenza si instaura un rapporto di dipendenza nociva che costringe le vittime a non poter interrompere questo tipo di relazione non avendo gli strumenti indispensabili (denaro, indipendenza e forza psicologica) per farlo ed essere autonome.

Le statistiche più recenti dimostrano che il 53% delle donne Europee hanno dichiarato di aver subito forme di violenza economica trattandosi, pertanto, di un fenomeno non più limitato a situazioni di degrado o disgregazione ma, bensì, in continua evoluzione in tutti i Paesi industrializzati senza distinzione tra ceti e classi sociali. La violenza economica, dunque, dal punto di vista sociale rappresenta un fenomeno insidioso non soltanto per le sue conseguenze sulla vita delle donne e della prole ma, anche, per le difficoltà connesse alla sua rilevazione. Va considerato, inoltre, che gli effetti della violenza economica spesso proseguono anche dopo l’interruzione del rapporto violento, comportando la necessità di prevedere e impiegare degli strumenti in grado di superarli.

Da questa consapevolezza nasce il progetto “Microcredito di Libertà per l’emancipazione economica delle donne che hanno subito violenza”, che ha visto il primo passo attraverso il Protocollo d’Intesa siglato a dicembre 2020 tra la Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, il Presidente dell’ Ente Nazionale per il Microcredito Mario Baccini, il Direttore Generale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) Giovanni Sabatini, il Direttore Generale della Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo (Federcasse) Sergio Gatti e il Presidente della Caritas Italiana S.E. Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli.

Il progetto, di durata triennale, è rivolto alle donne presenti regolarmente in Italia, vittime di violenza di genere e assistite da un Centro Antiviolenza (CAV) accreditato dalle Regioni o ospiti delle Case Rifugio, al fine di promuovere e favorire, un sistema di microcredito dedicato alle donne vittime di violenza finalizzato all’emancipazione da forme di sudditanza economica che si possono determinare o acuire nei casi in cui le donne denuncino le violenze subìte e si allontanino da contesti di supporto economico basati sui rapporti familiari o sociali nei quali le violenze si sono manifestate.

A questo fine il Dipartimento per le Pari Opportunità a valere su risorse del bilancio del Dipartimento, ha costituito presso l’Ente Nazionale per il Microcredito un Fondo denominato “Fondo per il Microcredito di Libertà” pari a € 3.000.000 (tremilioni) destinato per € 2.500.000 alla realizzazione di garanzie per finanziamenti di microcredito sociale e, per € 500.000 (cinquecentomila), all’abbattimento del tasso d’interesse sui prestiti erogati nella misura del 100% delle operazioni di microcredito d’impresa garantiti dal Fondo per le Piccole e medie Imprese e di microcredito sociale, concessi sul territorio nazionale dai singoli Soggetti Erogatori aderenti.

Il progetto si propone, attraverso l’utilizzo degli strumenti del microcredito imprenditoriale e del microcredito sociale, di promuovere l’empowerment e l’inclusione sociale e finanziaria delle donne che hanno subito violenza domestica. A tale finalità gli uffici ell’ENM, hannno lavorato a stretto contatto con quelli del DPO, ABI, Federcasse e Caritas, contemperando la tecnica bancaria con le finalità socilali ed etiche del Progetto, per consentire una reale possibilità di inclusione sociale specificatamente rivolta a questo particolare target di donne, soggetti fragili a cui rivolgere la massima attenzione e tutela.

Un percorso non sempre facile quello di avvicinare mondi tanto diversi. Il sistema bancario ha le sue regole, spesso rigide, legate alle normative sia europee che nazionali, ma anche come conseguenza delle prassi consolidate che hannno determinato dei modelli di gestione standardizzati, che non consentono interventi difformi da quelli tradizionali se non a costo di sforzi che impattano fortemente sulle attività con le relative conseguenze economiche.

Anche il pianeta bancario non è poi uniforme. Esistono le grandi banche, quelle popolari e le banche di credito cooperativo, tutte rappresentate dalle loro associazioni di riferimento, ABI e FEDERCASSE. Soggetti con modelli di gestione, finalità sociali e tradizioni diverse tra loro. Le prime, come conseguenza delle proprie dimensioni, meno flessibili ma con una presenza capillare sul territorio nazionale, necessaria per la realizzazione di questo Progetto, le altre maggiormente localizzate, spesso fortemente, ma con sistemi di gestione e un approccio ancora artigianale capaci di interpretare efficacemente le esigenze specifiche che il Dipartimento per le Pari Opportunità ha voluto raggiungere.

Poi, lontano da tutto questo troviamo CARITAS, che non ha bisogno di presentazioni. Attraverso di essa passa buona parte del sistema sociale nazionale rivolto agli ultimi. Una rete poderosa fatta di persone animate dal fuoco della loro missione e impegnate nella lotta contro le disuguaglianze sociali. Un mondo molto legato alla logica tradizionale del sussidio e, anche se con i necessari distinguo, meno abituata a quella del credito.

Per unire tutto questo prezioso materiale umano e di competenze la scelta della Ministra Bonetti è ricaduta sull’Ente Nazionale per il Micrcredito, che per sua missione istituzionale si colloca esattamente a metà strada tra le dimensioni dei partner di Progetto coinvolti, facendo proprio del credito, attraverso gli strumenti della microfinanza, un efficace e sostenibile veicolo di inclusione e di riscatto sociale.

Da questa cooperazione, che ha visto le donne e gli uomini rappresentanti i partner del Progetto ritrovarsi nella piena condivisione degli obiettivi da raggiungere, nasce il Microcredito di Libertà per le donne vittime di violenza. Un Progetto che ha l’ambizione di offrire nuovi strumenti alla lotta contro la violenza di genere per consentire di realizzare percorsi che possano determinare la definitiva affrancazione dai legami di dipendenza economica con il partner maltrattante e consentire l’accesso ad una condizione di indipendenza e di dignità nella quale sia possibile ricostruire la propria normale esistenza.

La potenziale beneficiaria, già in assistenza presso i Centri Anti Violenza e delle Case Rifugio, potrà fare richiesta di accesso al Programma Microcredito di Libertà e verrà messa in contatto con i centri CARITAS appositamente selezionati e formati dall’Ente Nazionale per il Microcredito per consentire una prima valutazione sul percorso più adatto alle esigenze e alle caratteristiche della richiedente.

Preliminarmente, qualora lo ritenesse opportuno si potrà richiedere l’accesso ad un programma di formazione all’imprenditorialità o di educazione finanziaria per acquisire maggior consapevolezza in mteria d’impresa o della propria gestione finanziaria e successivamente, qualora desiderato, richiedere l’accesso al finanziamento di microcredito imprenditoriale o sociale.

Il programma di formazione verrà realizzato dall’Ente Nazionale per il Microcredito in collaborazione con l’Associazione UniGens con la quale è stato siglato uno specifico accordo. UniGens, Associazione di volontariato di persone che lavorano o hanno lavorato in UniCredit, metterà a disposizione la sua rete di professionisti altamente specializzati nel settore del credito e della finanza a titolo totalmente gratuito al fine di contribuire fattivamente con lo scopo sociale del Progetto.

I Centri Caritas, valutata preliminarmente l’eleggibilità al microcredito imprenditoriale, attraverso gli strumenti di gestione forniti da ENM, indirizzano la richiesta al Tutor convenzionato con il Soggetto Erogatore (Banca) che la beneficiaria ha selezionato tra quelli disponibili sul territorio di riferimento.

Il tutor del Microcredito contrattualizzato con il Soggetto Erogatore completa la definizione del progetto imprenditoriale elaborando un business plan e comunicando successivamente l’esito della sua valutazione. Il Soggetto Erogatore, entro 30 gg dalla ricezione della valutazione del tutor, delibera l’esito della richiesta e, in caso positivo, provvede ad acquisire la garanzia del Fondo per le PMI e comunica l’esito del finanziamento.

Il tutor preposto si occuperà di monitorare le fasi successive all’erogazione del credito e, nello specifico, di offrire supporto all’individuazione e diagnosi di eventuali criticità nell’implementazione del progetto finanziato e di orientare la cliente verso possibili soluzioni al fine di prevenire eventuali criticità dell’impresa. Tale monitoraggio realizzato dal tutor, sarà reso disponibile al Soggetto Erogatore che ha disposto il finanziamento.

Il Soggetto erogatore appositamente convenzionato accetterà, come previsto dal regolamento del Fondo Microcredito di Libertà, di erogare i finanziamenti di Microcredito Imprenditoriale al tasso effettivo globale (TAEG ) pari a 0%. Con risorse attinte dal Fondo per il Microcredito di Libertà, l’Ente Nazionale per il Microcredito, in qualità di soggetto gestore, ha costituito a tale finalità un Fondo Commissioni per 500 mila Euro destinato all’abbattimento totale del tasso d’interesse, sia relativamente ai finanziamenti di microcredito sociale che per i finanziamenti di microcredito Imprenditoriale.

Il microcredito imprenditoriale è finalizzato a sostenere l’avvio o lo sviluppo di iniziative autonome di microimpresa o di lavoro autonomo, comprese le attività di tipo professionale, di seguito le caratteristiche:

Mutuo chirografario

Durata massima 84 mesi, incluso un eventuale periodo di preammortamento;

Importo max € 40.000,00 / 50.000,00 nel caso in cui le ultime 6 rate pregresse siano state pagate in maniera puntuale e lo sviluppo del progetto finanziato, sia in linea con il raggiungimento dei risultati intermedi stabiliti dal contratto di finanziamento e verificati dalla Banca;

Garanzia pubblica del Fondo di garanzia per le PMI (80% dell’importo finanziato) offerta gratuitamente e senza vakutazione del merito creditizio.

La Banca potrà richiedere ulteriori garanzie personali (non reali) solo relativamente alla parte non coperta dalla garanzia del Fondo (20% dell’importo finanziato);

Tasso d’interesse, compreso il servizio di assistenza da parte del Tutor di Microcredito sarà pari allo 0%.

Potranno accedere al finanziamento le donne vittime di violenza, assistite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza in condizione di particolare vulnerabilità economica o sociale, che hanno volontà e interesse ad avviare o sviluppare iniziative autonome di microimpresa e che si sono costituite in forma di:

Lavoratrici autonome o libere professioniste titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo cinque dipendenti;

Imprese individuali titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo cinque dipendenti;

Società di persone, società tra professionisti, s.r.l. semplificate e società cooperative, associazioni titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 10 dipendenti.

Preliminarmente le richiedenti potranno accedere al programma di assistenza anche in assenza di partita IVA, che potranno liberamente decidere di costituire a seguito dell’assistenza del tutor di Microcredito che le verrà assegnato gratuitamente.

Restano escluse le beneficiarie che svolgono attività economiche con codice ateco: “A-Agricoltura, silvicoltura e pesca.

Il finanizamento erogato potrà essere destinato a tutte le esigenze dell’attività sia sottoforma di liquidità che di investimento, comprensivo di IVA, e specificatamente:

all’acquisto di beni, anche usati (incluse le materie prime necessarie alla produzione dei beni o servizi e le merci destinate alla vendita) o servizi connessi all’attività;

al pagamento di retribuzioni di nuovi dipendenti soci lavoratori;

al sostenimento dei costi per corsi di formazione aziendale.

In ogni caso il finanziamento di microcredito non potrà essere utilizzato per risanare situazioni debitorie pregresse.

La seconda misura messa a disposizione dal Progetto Microcredito di Libertà è quella del microcredito sociale, destinato alle donne vittime di violenza, che anche in questo caso siano seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza in condizione di particolare vulnerabilità economica o sociale che non sono in grado di fare fronte alle correnti necessità personali e familiari quali, ad esempio, le spese sanitarie, le spese di istruzione o le spese relative all’abitazione.

La richiedente viene messa in contatto dai referenti territoriali dei Centri Servizi Antiviolenza (CAV) e delle Case Rifugio con i Centri Caritas i quali si occuperanno, come tutor per il microcredito sociale, di raccogliere la domanda di finanziamento e la documentazione necessaria per l’istruttoria, compresi i giustificativi di spesa come preventivi o fatture, prestando particolare attenzione alla capacità di restituzione del finanziamento e all’eventuale esposizione debitoria del soggetto interessato. Il tutor valuterà l’ammissibilità dell’istanza e in caso di esito positivo trasmetterà la necessaria documentazione al Soggetto Erogatore convenzionato.

Il Soggetto Erogatore, entro il termine di 30 giorni dalla ricezione della valutazione del Tutor, verificherà la veridicità di quanto dichiarato sull’esposizione debitoria, sulle eventuali pregiudizievoli e la conformità della destinazione del finanziamento alle finalità del microcredito sociale. Al completamento dell’iter istruttorio, il Soggetto Erogatore concederà il finanziamento alla beneficiaria richiedente, fornendone notizia al tutor.

Diversamente, entro lo stesso termine di 30 giorni dalla ricezione della documentazione, comunicherà al tutor la necessità di ulteriori approfondimenti o implementazioni documentali ovvero l’eventuale mancata erogazione del finanziamento.

In caso di avvenuta erogazione del finanziamento il tutor svolgerà almeno una volta l’anno le attività di monitoraggio al fine di verificare la corretta gestione del bilancio familiare e di prevenire eventuali criticità, comunicando al Soggetto Erogatore l’esito delle attività svolte.

Affinché il prestito venga concesso è necessario che la richiedente dimostri di poter far fronte alle rate del finanziamento che sta sottoscrivendo. Il prestito non può comunque essere concesso a soggetti le cui entrate non consentano la normale gestione della quotidianità e che presentino una situazione economica già fortemente compromessa.

Sono ammesse deroghe in relazione a specifiche situazioni di disagio che verranno valutate caso per caso.

Resta inteso che non devono ricorrere le condizioni di sovraindebitamento o la presenza di ulteriori elementi oggettivi che ostacolino l’erogazione del finanziamento.

Le caratteristiche del finanziamento di micirocredito sociale sono le seguenti:

prestito personale;

importo massimo di euro 10.000,00;

non verranno richieste garanzie reali o personali;

durata massima dell’ammortamento fino a 60 mesi a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto, compreso eventualmente un periodo di preammortamento;

il rimborso del finanziamento avviene mediante il pagamento di rate mensili;

il tasso d’interesse incluso il costo dei servizi erogati dal tutor di Microcredito sarà dello 0 %.

Il microcredito sociale verrà rivolto alle richiedenti, che si trovino in una delle seguenti condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale, tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo:

momentaneo stato di disoccupazione;

sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà;

crisi di liquidità e riduzione imprevista del reddito dovuta a cause di forza maggiore o ad emergenze internazionali, nazionali e locali;

sopraggiungere di condizioni di non autosufficienza propria o di un componente il nucleo familiare;

significativa contrazione del reddito o aumento delle spese non derogabili per il nucleo familiare.

I finanziamenti sono destinati all’acquisto di beni o servizi necessari al soddisfacimento di bisogni primari della richiedente o di componenti del proprio nucleo familiare ad esclusione del coniuge o partner maltrattante. Tra questi, a titolo esemplificativo e non esaustivo:

spese per realizzare tutti quegli interventi volti ad assicurare alle richiedenti la disponibilità di un alloggio dotato dei requisiti minimi di idoneità abitativa;

spese straordinarie per eventi particolari della vita, comprese le spese per l’acquisto di biglietti aerei o ferroviari che coinvolgono parenti, fino al secondo grado;

spese mediche per il richiedente o dei componenti il suo nucleo familiare;

spese connesse all’istruzione e inserimento lavorativo capaci di accrescere le competenze di componenti della famiglia, nella prospettiva del miglioramento e dello sviluppo delle competenze lavorative ai fini dell’inserimento lavorativo.

Per la Misura del Microcredito Sociale l’Ente Nazionale per il Microcredito, grazie alle risorse del Fondo per il Microcredito di Libertà, ha destinato € 2.500.000 alla realizzazione di specifiche garanzie per consentire ai soggetti erogatori aderenti di poter concedere i prestiti che verranno richiesti. Si tratta di fatto del primo Fondo Nazionale di Garanzia per il Microcredito Sociale con le caratteristiche necessarie a consentire una reale inclusione finanziaria. I soggetti erogatori aderenti all’iniziativa riconoscesceranno a determinate condizioni una leva finanziaria sull’importo presente sul Fondo di Garanzia raddoppiandone la dotazione e consentendo la potenziale erogazione di oltre 1000 prestiti.

Il Microcredito di Libertà verrà reso disponibile a brevissimo termine, non appena ultimate le procedure di accreditamento dei soggetti erogatori attualmente in corso.

Si tratta di uno degli strumenti predisposti dal Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023 voluto dalla Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, insieme al Reddito di Libertà, misura già operativa, per la quale è prevista una dotazione di 3 milioni di euro che prevede un contributo economico di 400 euro mensili per 12 mesi. Il sussidio è compatibile con il Microcredito di Libertà, sia nella sua declinazione sociale che imprenditoriale, otre che con altri strumenti di sostegno al reddito, come ad esempio il reddito di cittadinanza.

Attraverso l’azione strategica e operativa del Piano, il Dipartimento per le Pari Opportunità e l’Ente Nazionale per il Microcredito intendono fornire risposte positive e concrete agli obiettivi strategici prioritari per il triennio 2021-2023 e, quindi, individuare strutture, interventi e risorse adeguate per contrastare il fenomeno della violenza di genere, mettendo in campo iniziative efficaci ed efficienti, in continuità con quanto realizzato nell’ambito dei precedenti Piani strategici.

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