INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI ATTRAVERSO IL MICROCREDITO

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Paolo Rita

Nella categoria di iniziative volte a favorire l’integrazione sociale ed economico - finanziaria dei cittadini immigrati, l’Ente Nazionale per il Microcredito ha definito il seguente progetto che, in sintonia con gli orientamenti comunitari e nazionali in materia di immigrazione, intende favorire la creazione e lo sviluppo di microimprese da parte di soggetti immigrati nel nostro Paese.

Il progetto si pone in logica di continuità con il progetto “A.MI.CI. - Accesso al Microcredito dei Cittadini Immigrati” che lo stesso Ente per il Microcredito ha sviluppato nel 2011 a valere sul “Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini dei Paesi terzi 2007 -2013” gestito dal Ministero dell’Interno, progetto che ha portato innanzitutto alla costituzione di una Rete di stakeholders pubblici, privati e del terzo settore operanti nell’ambito del sostegno all’integrazione socio-economica dei microimprenditori immigrati e, in secondo luogo, alla costruzione di un business model di accesso al microcredito improntato a criteri di sostenibilità e fattibilità operativa.

Anche per dare continuità operativa ai risultati del progetto A.MI.CI. e, ancor più, per fare fronte all’attuale e drammatico problema rappresentato delle centinaia di migliaia di sbarchi di cittadini extracomunitari richiedenti asilo e protezione internazionale, è necessario ragionare in termini strategici attuando tempestivamente delle scelte di tipo imprenditoriale che possano offrire reali opportunità di lavoro a tutti quei soggetti immigrati che intendono stabilirsi nel nostro Paese.

L’obiettivo è quello di facilitare l’accesso degli stranieri al mercato del lavoro con la costituzione di microimprese e di forme di autoimpiego tramite il microcredito, uno strumento idoneo a favorire l’inclusione sociale e finanziaria delle categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e di assicurare quel “lavoro dignitoso” (decent work) che rappresenta uno degli Obiettivi del Millennio e che la Commissione Europea si è impegnata a raggiungere.

IL CONTRIBUTO DEGLI IMMIGRATI ALLO SVILUPPO DEL PAESE

Il contributo degli immigrati all’economia italiana ha assunto, negli ultimi anni, un valore crescente: la popolazione straniera ha superato quest’anno quota 5 milioni e rappresenta l’8,2% della popolazione complessiva; i soli cittadini stranieri occupati nel 2014 sono stati 2,3 milioni ed hanno prodotto ricchezza per 125 miliardi di euro, pari all’8,6% del Pil nazionale. Nello stesso anno, i contribuenti stranieri hanno dichiarato redditi per 45,6 miliardi e versato 6,8 miliardi di Irpef netta.

Gli studi effettuati sull’argomento descrivono un’immigrazione fatta non solo di sbarchi e di accoglienza di profughi, ma anche di una forza lavoro giovane e integrata nel tessuto nazionale: solo un lavoratore straniero su cento ha più di 75 anni, mentre fra gli italiani il rapporto è uno a dieci. Questa diversa composizione demografica ha un impatto significativo sul mercato del lavoro e sul sistema del welfare: considerando l’ammontare dei contributi previdenziali versati dai lavoratori immigrati, è stato calcolato che questi contribuiscono in misura significativa alla spesa pensionistica a favore di oltre 620 mila anziani italiani.

Di particolare interesse sono i dati relativi all’imprenditorialità straniera nel nostro Paese. Al 31 dicembre 2014 le imprese condotte da stranieri sono 524.674, pari all’8,7% di tutte le imprese italiane e producono il 6,5% dell’intero Valore Aggiunto. Analizzando questi dati fa molto riflettere il raffronto tra il trend di crescita degli imprenditori stranieri rispetto a quelli italiani: mentre i primi sono cresciuti del 21,3% tra il 2009 e il 2014, i secondi sono diminuiti del 6,9%.

Da ciò si desume come l’immigrazione, se controllata e ben valorizzata, rappresenti una risorsa per il Paese che la ospita e che l’integrazione delle persone immigrate sia soprattutto il risultato della loro inclusione lavorativa.

Questo obiettivo è ben presente nella programmazione 20142020 dei fondi strutturali (in particolare il Fondo Sociale Europeo) e dei Programmi operativi nazionali in materia di immigrazione. Ad esempio, il Programma Nazionale del “Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione”, gestito dal Ministero dell’Interno, ribadisce la necessità di “rafforzare la complementarietà con l’FSE nella programmazione degli interventi di inserimento socio-lavorativo degli immigrati, con riferimento al sostegno all’occupazione, alla formazione linguistica, all’informazione, alla capacity building ed alla qualificazione del sistema scolastico, dei servizi sociali, sanitari, amministrativi ed alloggiativi”.

Lo stesso Programma individua, tra le azioni da finanziare a favore degli immigrati disoccupati/inoccupati, i “Percorsi individualizzati di supporto all’autonomia e all’integrazione, attraverso servizi complementari, esperienze d’inserimento in azienda e la Rete di servizi per promuovere lo startup d’impresa”.

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

Il progetto prevede le seguenti azioni:

Azione A: Costituzione di un Fondo di Garanzia e sviluppo del microcredito;

Azione B: Attivazione di una rete di soggetti pubblici e/o privati per l’erogazione di servizi di accompagnamento, monitoraggio e tutoraggio dei beneficiari del microcredito;

Azione C: Promozione e sensibilizzazione del territorio.

A) Fondo di Garanzia e sviluppo

La dotazione patrimoniale iniziale del Fondo, ipoteticamente pari ad 1 milione di euro, sarà costituita a valere su risorse del Ministero dell’Interno e potrà essere integrata con successivi conferimenti da parte anche di altri soggetti pubblici e/o privati.

Le risorse del Fondo verranno destinate (orientativamente) per il 75% (750.000 euro) all’attività di garanzia di cui all’Azione A e per il restante 25% (250.000 euro) alle attività di cui alle Azioni B e C3 . Il Fondo di garanzia sarà gestito da un intermediario finanziario abilitato, convenzionato con l’Ente per il Microcredito e con il Ministero. La garanzia sarà concessa su operazioni di microcredito che potranno essere effettuate dagli operatori di microcredito di cui all’articolo 111 del TUB, oppure da banche o altri intermediari finanziari.

Beneficiari. I beneficiari finali dei finanziamenti garantiti dal Fondo saranno i soggetti immigrati che siano in possesso di adeguate capacità realizzative o siano determinati ad acquisirle e dimostrino al contempo la volontà di realizzare un proprio progetto imprenditoriale. Potrà trattarsi di persone singole, società di persone o cooperative che intendano avviare una nuova impresa o compartecipare ad una impresa già esistente.

Iniziative ammissibili. Le operazioni di finanziamento saranno destinate alla realizzazione di iniziative di microimpresa o di lavoro autonomo nei diversi settori della produzione di beni o di servizi. In relazione a tali progetti, potranno essere ammesse, ad esempio, le spese di carattere materiale come ristrutturazione di immobili, attrezzature, macchinari e impianti, o immateriale come consulenze, canoni di affitto, allacciamenti utenze, materie prime, materiali di consumo.

In allegato si forniscono alcune simulazioni sui possibili effetti indotti dal fondo di garanzia in termini di creazione di nuove attività.

B) Servizi di accompagnamento

Il Fondo di sviluppo che, come detto, sarà costituito a valere orientativamente su una quota del 25% delle risorse disponibili avrà lo scopo di finanziare la fornitura dei servizi di accompagnamento dei beneficiari che, come previsto espressamente anche dalla normativa del nostro Paese sul microcredito, rappresentano un elemento essenziale (ed anzi obbligatorio) di questo tipo di operazioni. A tal fine,

l’Ente Nazionale per il Microcredito provvederà ad attivare e coordinare una rete di soggetti pubblici, privati e del terzo settore (Camere di commercio, associazioni imprenditoriali, conidi, organismi non-proit) specializzati in questo tipo di attività.

C) Promozione e sensibilizzazione

Sarà organizzata un’appropriata campagna promozionale sul territorio per portare a conoscenza degli interessati le opportunità offerte dal progetto.

LE SINERGIE DA ATTIVARE

Il progetto è caratterizzato da un approccio di network che ottimizza tutti gli interventi (credito/garanzia/azioni di accompagnamento) dei soggetti a vario titolo coinvolti:

a. il Ministero dell’Interno, quale istituzione che recepisce l’iniziativa come strumento di contrasto all’immigrazione illegale e all’inclusione sociale e finanziaria degli immigrati, secondo gli orientamenti dell’Unione Europea e del Governo italiano e, a tal fine, mette a disposizione le risorse necessarie per la realizzazione del progetto;

b. l’Ente Nazionale per il Microcredito, quale soggetto proponente che si pone come interlocutore istituzionale, al fine di ottimizzare l’impiego delle risorse destinate alle operazioni di microcredito e di microfinanza e porre in atto una strategia unitaria di contrasto

c. all’esclusione finanziaria e sociale degli immigrati. Inoltre l’Ente può svolgere una serie di attività quali:

- la realizzazione di studi di fattibilità e la messa a punto del progetto esecutivo;

- la predisposizione di regolamenti relativi all’architettura operativa e all’ingegneria finanziaria, condividendoli con il Ministero;

- la diffusione sul territorio della conoscenza dell’iniziativa per favorire l’emersione degli specifici fabbisogni;

- il monitoraggio e la valutazione dei progetti (ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 luglio 2010, nonché della Legge del 12 Luglio 2011 n.106, art.4 bis lettera b).

d. i soggetti specializzati nell’erogazione dei servizi “non finanziari” (tra questi, gli organismi formati e messi in rete attraverso il progetto AMI.CI., gli Sportelli del Lavoro, costituiti dall’Ente in tutta Italia in sinergia con il Ministero dell’Interno a valere sul Fondo Sociale Europeo, altri organismi individuati dal Ministero dell’Interno) i quali, a valere sulla quota di risorse del 25% del Fondo realizzano, sotto la supervisione dell’Ente, le attività di formazione, accompagnamento, tutoraggio, assistenza tecnica, provvedendo in particolare:

- all’individuazione dei possibili beneficiari, sulla base di una pre-valutazione dell’idea progettuale, delle capacità imprenditoriali, anche potenziali, da questi manifestate, nonché di una valutazione di congruità della richiesta e di affidabilità dei richiedenti;

- all’assistenza ai richiedenti nello sviluppo dell’idea progettuale e nella sua trasformazione in un vero e proprio business plan;

- all’accompagnamento dei richiedenti nei rapporti con la banca, dalla presentazione della domanda di finanziamento alla fase di restituzione del prestito;

- all’erogazione, a favore dei beneficiari, di servizi di formazione e tutoraggio, sulla base di piani standardizzati e/o personalizzati che consentano un’efficace trasmissione delle conoscenze tecniche e regolamentari per la corretta realizzazione della microimpresa, e forniscano un valido supporto nella delicata fase di start up;

e. un istituto bancario quale finanziatore, a valere su risorse proprie, dei soggetti richiedenti e quale soggetto gestore del Fondo di garanzia.

Sulla base di tale partnership, sarà possibile:

- costruire una “rete di protezione” finanziaria e sociale per i soggetti in stato di esclusione o di difficoltà abitativa,

- ottimizzare le diverse fasi del processo del microcredito,

- contenere i relativi rischi e costi di gestione, anche attraverso il conseguimento di economie di scala, di struttura e di specializzazione, poiché le singole parti coinvolte mettono a fattor comune competenze, risorse umane, professionalità, conoscenze, modalità tecniche, procedurali e di supporto ai processi operativi, assumendo un’ottica di sistema.

ALCUNE SIMULAZIONI

Nelle seguenti tabelle si forniscono alcune simulazioni che mostrano chiaramente le potenzialità dell’intervento che l’Ente Nazionale per il Microcredito ed il Ministero dell’Interno sarebbero in grado di fornire con la costituzione di un fondo di garanzia destinato alle operazioni di microcredito volte alla creazione/sviluppo di microimprese da parte di soggetti immigrati nel nostro Paese.

Tali simulazioni sono state effettuate ipotizzando di avere a disposizione un fondo di garanzia e sviluppo per il microcredito di 1 milione di euro, di cui 750.000 euro da destinare interamente alla prestazione di garanzie. Vengono prese in considerazione le seguenti variabili:

- Importo medio unitario dei finanziamenti: 18.000 euro (prima ipotesi), 10.000 euro (seconda ipotesi) e 8.000 euro (terza ipotesi);

- Moltiplicatore: per ciascun importo medio viene applicato un moltiplicatore pari a 5 (tabella 1) e uno pari a 3 (tabella 2);

- Percentuale di copertura del finanziamento: per ciascun importo medio viene ipotizzata una percentuale di copertura della garanzia pari al 100% e all’80% dell’importo del finanziamento.

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