Cultura, lavoro, diritti, Dialogo sulla parità
Rosaria Mustari
Consigliere Di Amministrazione Enm
CULTURA, LAVORO, DIRITTI
DIALOGO SULLA PARITà
Intervento dell’Avv. Rosaria Mustari, Consigliere di Amministrazione dell’Ente Nazionale per il Microcredito, al Festival Internazionale dell’Economia di Genere.
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Si è svolto a Roma il 16, 17 e 18 aprile 2024 il Festival Internazionale dell’Economia di Genere, con l’obiettivo “di promuovere la consapevolezza e l’empowerment femminile, affrontando le disuguaglianze di genere nell’economia … fornire alle donne gli strumenti necessari per raggiungere la parità economica, superare la dipendenza finanziaria e contrastare ogni forma di violenza”.
Al microcredito è stata riservata un’apposita sessione di approfondimento, “Il microcredito in aiuto alle donne nel mondo”, alla quale l’Ente Nazionale per il Microcredito ha partecipato con l’intervento dell’Avv. Rosaria Mustari, consigliere di amministrazione.
«L’aiuto alle donne può considerarsi come vocazione primigenia del microcredito. Difatti, la sperimentazione di Muhammad Yunus ha preso avvio proprio dalla vicenda di una micro-imprenditrice artigiana, soffocata dall’usura, tra l’altro in Bangladesh, area geografica in cui la donna è ancora tenuta ai margini della società.
E questa è proprio la ratio del microcredito, promuovere l’accesso al credito per i cd. “non bancabili”, persone (fisiche o giuridiche) escluse dal settore bancario tradizionale. Partendo da una dimensione ridotta, da piccoli prestiti appunto. Somme modeste che possono costituire un argine contro la povertà, per fasce sociali indigenti, disoccupati, immigrati, giovani, donne.
Il microcredito può risolvere il problema dell’accesso al credito che da sempre penalizza le donne più degli uomini: tassi d’interesse maggiori, importi accordati inferiori e soprattutto maggiore richiesta di garanzie. Inoltre, fornisce un’informazione mirata al target femminile sugli strumenti microfinanziari e contribuisce alla formazione della cultura imprenditoriale e finanziaria femminile.
È evidente che lo strumento si presta particolarmente a concretizzare azioni positive (di cui alla Legge n. 125/91, indi dlgs 198/2006, Codice delle pari opportunità), e difatti, i progetti di microcredito destinati specificamente alle donne consentono loro di avviare una attività di impresa, senza dover fornire garanzie reali o chiedere aiuto alla famiglia (genitore o marito/compagno).
Questo è il meccanismo essenziale del microcredito, ed è ancora più evidente ed efficace nel sistema italiano.
La via italiana al microcredito è considerata una buona pratica, oggetto di condivisione anche a livello internazionale, con le attività di Cooperazione allo Sviluppo svolte dall’Ente in paesi dell’Africa, dell’America Latina, dell’America Centrale e dei Paesi in fase di preadesione all’Unione Europea.
La ratio sottesa alla disciplina italiana, l’art. 111 T.U.B., è l’inclusione finanziaria di soggetti, persone (fisiche o giuridiche) escluse dal settore bancario tradizionale.
Il microcredito sociale – di importo fino a un massimo di € 10.000 - per fini di lotta alla povertà, tant’è che le caratteristiche soggettive dei beneficiari si ricollegano non alle loro capacità imprenditoriali, bensì a obiettive condizioni di bisogno, definite dal D.M. n. 176/2014 (stato di disoccupazione; sospensione o riduzione dell’orario di lavoro; sopraggiungere di condizioni di non autosufficienza propria o di un familiare; significativa contrazione del reddito o aumento delle spese inderogabili per il nucleo familiare).
Microcredito imprenditoriale, novellato dal 12 gennaio 2024, con l’entrata in vigore del DM del Ministero dell’Economia n. 211 del 20 novembre 2023 recante modifiche alla disciplina del microcredito imprenditoriale.
Il finanziamento, prima limitato a importo massimo di € 40.000/50.000, è stato incrementato a 75.000 in un’unica tranche (100 mila per le srl ordinarie).
È stata altresì ampliata la categoria dei beneficiari, eliminando il vincolo dei 5 anni di anzianità.
Anche in questo caso, il finanziamento è privo di garanzie reali, poiché è prevista la garanzia pubblica del Fondo di garanzia per le PMI, per l’80% dell’importo concesso (fino a € 50mila).
Invero, il fulcro della disciplina del microcredito è costituito dai servizi ausiliari. È l’elemento più caratterizzante, il vero valore aggiunto, la bussola per identificare impropri utilizzi del nomen iuris microcredito e della relativa normativa sopra richiamata.
Non è sufficiente una mera datio, di modesto importo, destinata a categorie deboli, non assistita da garanzie reali, ai fini della qualificazione giuridica di Microcredito, ove difetti la previsione di attività di supporto e accompagnamento. Elemento costante che sempre il finanziatore deve fornire al beneficiario, direttamente o tramite soggetti specializzati, in base alle 2 diverse tipologie di prestito.
Per il microcredito imprenditoriale, deve esserci la prestazione di almeno 2 dei servizi di assistenza e monitoraggio individuati dall’art. 3 del D.M. 176/2014.
Per il microcredito sociale, invece, per l’art. 5, del D.M. 176/2014, i servizi ausiliari di assistenza attengono alla gestione del bilancio familiare e devono essere specificati nel contratto.
Attività consulenziali con finalità di educazione finanziaria in favore della beneficiaria.
Nella pratica, i servizi ausiliari sono svolti da un professionista, Tutor, dal momento in cui la richiedente si presenta agli sportelli informativi; proseguono con l’istruttoria della pratica - ponderando la realizzabilità dell’iniziativa imprenditoriale o del progetto di inclusione sociale o finanziaria - e poi col supporto nell’interlocuzione con la banca per l’erogazione del finanziamento, e col concreto impiego delle somme - per concludersi con la restituzione del prestito. Potenzia le conoscenze finanziarie e le capacità gestionali della persona che lo riceve.
Da ultimo, il microcredito ha dato ancor più prova delle plurime preziose virtualità applicative che lo caratterizzano.
Non soltanto strumento di aiuto per le donne in termini generali, ma anche per particolari categorie in condizioni di difficoltà, com’è il Microcredito di Libertà.
Si tratta di un progetto di ampio respiro ed elevate potenzialità, avviato con l’obiettivo di supportare le donne assistite dai Centri Antiviolenza in un percorso di re-introduzione sociale attraverso l’emancipazione economica.
Uno scopo inclusivo, che può essere perseguito grazie alla sinergia tra istituzioni diverse, Dipartimento Pari Opportunità, ENM, ABI, FederCasse e Caritas, puntando sulla fiducia, sulla responsabilità e sull’acquisizione di nuove competenze, così da consentire alle donne vittime di violenza di ricostruire la propria indipendenza e tranquillità economica.
Il Microcredito di Libertà è rivolto alle donne, italiane e straniere presenti regolarmente nel nostro Paese, con o senza figli, assistite da un Centro Anti Violenza (CAV) o ospiti di Case Rifugio. L’obiettivo è la promozione dell’inclusione sociale e finanziaria delle donne, riscattandole da forme di sudditanza economica nei casi in cui denuncino le violenze e si allontanino dai contesti (familiari o sociali) in cui esse si sono manifestate.
Anche il Microcredito di Libertà segue le due fondamentali direttrici sopra esplicitate e può qualificarsi come “sociale”, laddove vada a sopperire a condizioni di particolare vulnerabilità economica e sociale.
In tal caso, le aspiranti beneficiarie potranno richiedere un finanziamento per copertura del fabbisogno di liquidità, fino a €10.000, a tasso annuo effettivo globale zero, da restituire in rate mensili e con durata massima fino a 60 mesi.
Per le donne interessate ad avviare un’attività imprenditoriale o titolari di un’impresa, anche neocostituita, e anche per le donne che non hanno ancora la partita iva. L’affiancamento gratuito del Tutor consente di valutare insieme a uno specialista l’opportunità di costituire un’azienda e, successivamente, di effettuare la richiesta di finanziamento.
Quindi, non soltanto strumento di lotta alla povertà, destinato alle fasce sociali indigenti, ma anche di promozione dell’auto-impiego e dell’imprenditorialità, capace di produrre innovazione sociale.
Non una graziosa concessione una tantum, bensì un “prestito fiduciario”, tale da favorire la piena e inclusiva partecipazione economica e sociale e la promozione della dignità personale, in attuazione della Costituzione.
In questa prospettiva, il microcredito si configura come strumento di un welfare moderno e innovativo: non più politiche sociali passive di mero trasferimento pecuniario, bensì politiche attive, incentrate sulla promozione della dignità e sull’inclusione sociale delle persone, alle quali si chiede un “corrispettivo”, ovvero l’esercizio delle loro capacità a beneficio della comunità.
Orbene, è possibile adoperare uno strumento così efficiente e innovativo su altri fronti, in modo da sopperire a problematiche sociali emergenti e ingravescenti?
In particolare, lo schema del Microcredito di Libertà può essere replicato e declinato sul fronte sanitario, per esempio?
La questione è di scottante attualità, oggetto di rilevazioni sempre più preoccupanti: l’incremento dei costi di tutte le attività sanitarie sta determinando, secondo le analisi più recenti, un progressivo indebolimento del SSN, con conseguenze allarmanti per i cittadini, per l’incidenza sempre maggiore delle spese mediche sul bilancio delle famiglie.
Il problema è ancor più grave allorché va a incidere su categorie sociali poco favorite, basti pensare alle donne affette da tumore al seno e alla cosiddetta “tossicità finanziaria”: le ricadute economiche che conseguono alla diagnosi della malattia, non tanto per i costi delle cure, che restano per gran parte a carico del SSN, bensì per le ripercussioni sulla vita sociale, familiare e lavorativa che si traducono in un aggravio di spese: ad es. i costi degli spostamenti per le visite, per baby-sitter o per le pulizie, per la parrucca, per prodotti cosmetici, per reggiseni e dispositivi post-operatori, la dieta, la fisioterapia o la riabilitazione, senza considerare poi l’aspetto più drammatico della incapacità di produrre reddito.
È emerso che la tossicità finanziaria aumenta la percentuale di insuccesso delle cure: il peggioramento della situazione economica riduce le probabilità di guarigione.
La gravità e la diffusione del fenomeno rendono indifferibili norme e misure di sostegno ad hoc, tuttavia, un primo rimedio è già disponibile, in primis il microcredito sociale, “a favore di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale”.
La concessione di credito a un malato oncologico può apparire un tabù, tuttavia, nel caso dei tumori della mammella, i dati sono molto favorevoli per l’altissima percentuale di guarigioni e quindi si può pensare a misure agevolative anche per le ammalate che svolgano attività autonome, che ancor più necessitano di adeguato sostegno.
Ebbene, anche il microcredito imprenditoriale si presta particolarmente, l’ausilio del tutor che accompagna la paziente-beneficiaria per tutta la durata dell’operazione, dalla domanda di prestito fino alla restituzione, conferisce a tale strumento finanziario un valore aggiunto, in termini di sviluppo delle capacità personali, delle abilità gestionali e competenze economiche della sovvenuta.
La crescente attenzione nei confronti delle tematiche sanitarie e delle patologie tumorali sta dando buoni frutti, vista la recente approvazione della legge sull’oblio oncologico, per cui l’attuale temperie può favorire l’avvio di un dibattito anche su questi profili finora trascurati.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare tutti i soggetti, pubblici e privati, potenzialmente capaci di un apporto sinergico sul tema, dalle banche alle istituzioni di governo centrale e locale, sollecitandone nuove e virtuose interazioni.
Così è accaduto col ‘Microcredito di Libertà’, germinato dall’intesa tra Ministero delle Pari Opportunità, Abi, Federcasse, Caritas, Ente Nazionale per il Microcredito.
Parimenti, l’impegno volto ad approntare un analogo meccanismo di protezione per fronteggiare una così grave patologia, oltre a rivestire un altissimo valore sociale, potrebbe rappresentare un eccellente investimento in chiave di Corporate Social Responsability e di strategia ESG, con favorevoli conseguenze in termini di promozione dell’immagine per tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni bancarie o finanziarie».